lunedì 24 giugno 2013

InFesta contro le Mafie: Paolo Paticchio presenta "Post"

Due giorni da vivere In Festa contro le mafie, così Lunedì 27 e Martedì 28 Maggio 2013 presso lo Spazio Ex Gil, in Largo Ascianghi 5 nelle vicinanze di Porta Portese a Roma, l’associazione Libera darà il via ad una grande manifestazione che con impegno e sinergia propone da sempre una lotta civile ed educativa contro tutte le mafie. Un evento corale dove sarà di scena la cultura che, attraverso la presentazione di libri, rappresentazioni teatrali, concerti e dibattiti promuove quelle nobili e democratiche idee di legalità e giustizia. Tra gli ospiti di In Festa contro le mafie saranno presenti Luigi Ciotti, presidente di Libera, il Ministro dell’Istruzione e della ricerca Universitaria Maria Chiara Carrozza, lo storico Franco La TorreAndrea Campinoti presidente di Avviso Pubblico e tanti altri, a conclusione dell’evento il concerto dei Têtes de Bois. Nel pomeriggio di Lunedì 27 ci sarà la presentazione del libro “POST – 13 storie dopo l’89 che non sapevano di diventare mito” curato da Paolo Paticchio e pubblicato da Lupo Editore. Il libro dice Paolo: « vuole essere un umile tentativo che punta ad avviare un percorso[…]; ora è arrivato il momento di uscire allo scoperto e per farlo è necessario raccontarsi[…].
In occasione dell’evento romano abbiamo intervistato Paolo Paticchio
Copertina di POST
Raccontaci come nasce l’idea di “Post”?
“POST” nasce dal tentativo di provare a dare una risposta ai sentimenti di impotenza e di rassegnazione che iniziano sempre più a serpeggiare nella mia generazione. Il libro vuole essere un umile tentativo che punta ad avviare un percorso, dimostrando che le etichette e gli stereotipi che provano ad appiccicarci non sono necessariamente veri ma che, anzi, intorno a noi, nella nostra contemporaneità, ci sono storie, percorsi ed avvenimenti che possono essere gli elementi dai quali ripartire.
In che modo sono state scelte le 13 storie e qual è il loro punto di forza?
Ogni storia è raccontata da un giovane pugliese che si contraddistingue oggi, nel suo campo d’azione. In collaborazione con i vari autori abbiamo valutato alcune storie, sulle quali successivamente abbiamo lavorato. Il grande punto di forza delle 13 storie possiamo ritrovarlo nelle parole “costruire insieme”. Queste storie, tutte accomunate dal loro essere “post ‘89”, hanno la forza di comunicare che i cambiamenti, le svolte ed i miglioramenti partono da idee innovative, che si nutrono della forza delle persone normali che scelgono però di non lasciarsi andare nell’inerzia della vita quotidiana. Nessuna di queste storie pensava di diventare un possibile “mito” mentre operava: piuttosto ogni singola storia ha cercato di mettersi al servizio di una comunità adoperando le proprie capacità. Il vero punto di forza è che nessuna di queste storie, presa singolarmente, potrebbe essere un “mito”: solo se viste collegialmente e immaginando il percorso che si può avviare diventano, tutte insieme, un mito generazionale.
Se le generazioni precedenti hanno infranto i nostri “sogni”, in che modo possiamo credere nel presente e dare il buon esempio per il futuro?
Ogni ragazza ed ogni ragazzo che, preso dallo sconforto dell’esser troppo piccolo per poter contare si rende conto che una volta messo in moto il meccanismo dell’attivazione e anche quello della cittadinanza, nota che intorno a sé esistono tanti fratelli e sorelle maggiori, tanti coetanei, che cambiano quotidianamente con coraggio il loro percorso di vita e quindi il proprio territorio. Si scopre così che il nostro Paese ha un meraviglioso fermento “ombra”. Ora però è arrivato il momento di uscire allo scoperto e per farlo è necessario raccontarsi. Post è anche il tentativo di auto- raccontarsi parlando dei propri punti di riferimento. Solo così avremo una generazione che potrà smettere di inseguire. E iniziare a correre.
 È vero che non esistono più i “miti” di una volta? Se si, chi sono quelli attuali e cosa possiamo apprendere da loro?
Fortunatamente non esistono più i miti di una volta. Non abbiamo bisogno di altri eroi o martiri da stampare su di una maglietta a loro insaputa. Non sventoleremmo mai una bandiera con uno dei volti di POST perché l’informazione e la condivisione della conoscenza ci ha permesso di essere molto critici e selettivi. Dalle storie di POST si può apprendere un concetto tanto banale quanto forte: “E’ possibile”. E’ possibile affermare le tue idee anche quando hai i carri armati che ti remano contro, è possibile suonare una musica che non sia solo luci e paillettes, è possibile trovare una cura per il tuo male condividendola con la comunità “virtuale”.
Ci sono generazioni e generazioni, alcune delle quali, negli ultimi anni, si dimostrano irriverenti e prepotenti nei confronti dei tempi moderni, come possono coloro che rappresenteranno le future generazioni rinnovare quel senso di responsabilità morale, civica e politica che oggi giorno va disgregandosi?
Investendo sulle nuove generazioni. Diamo un segnale forte alla mia generazione e a quella che si sta affacciando: dimostriamo che c’è un Paese che crede in loro e quindi nel suo futuro. Solo se faremo sentire la vicinanza e la voglia di scommetterci un ragazzo potrà apprezzare il suo Paese. Fino a quando l’unico biglietto da visita che daremo alla nuove generazioni sarà le scuole che cadono a pezzi e un sistema della formazione in frantumi, difficilmente un giovane potrà sentirsi valorizzato dal suo Stato.
Questo è un libro che rappresenta un “non finito”, ci sono delle idee in cantiere a riguardo?
Il libro sta suscitando un interesse che abbiamo riscontrato sia nella prima presentazione ai Koreja, che in quelle fatte a Torino. Lunedì saremo a Roma, ospiti di Libera: sarà una bella occasione di confronto con un mondo che sta cambiando la coscienza degli Italiani con un lavoro continuo e capillare. Non ci siamo fatti una road map definita: vogliamo vedere per ora cosa nasce da queste occasioni di confronto. Innescato il meccanismo, l’opportunità di avere con noi un libro “non finito” potrebbe innescare un lavoro.

Giuseppe Arnesano

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