sabato 13 luglio 2013

Frida: una vita per la pittura


A quasi sessant’anni dalla prematura scomparsa di Frida, avvenuta il 13 luglio del 1954, l’opera artistica di questa piccola e grande donna è rimasta impressa nella coscienza e nell’immaginario popolare di quanti, a partire dagli anni novanta del secolo scorso, hanno potuto conoscere quell’inedito linguaggio figurativo della pittrice messicana.  L’intensa opera pittorica, caratterizzata fino alla fine dei sui giorni dalle dolorose conseguenze del drammatico incidente sullo scuolabus, nasce da una condizione psicofisica invalidante che costringe Frida a vivere parte della sua vita ingessata e distesa sul letto. Proprio durante questo forzato ricovero, Frida riprende a disegnare e dipingere; nonostante la lunga immobilità Frida Kahlo realizza la prima serie di autoritratti, grazie ad uno specchio fissato su di un letto a baldacchino regalatole dai genitori. Un’esistenza cagionevole, ma d’animo fortemente indipendente e femminista; così tra passioni e delusioni amorose, come quella conflittuale con il marito Diego Rivera, tra lotte politiche, sociali ed esperienze omosessuali Frida propone, inizialmente in pochi centimetri di tela, visioni naïf puramente personali che riassumono, attraverso inquietanti allegorie ossessive, le sofferenze della propria carne ed i disagi dei più deboli, ma soprattutto delle donne. Le tele di Frida sono delle narrazioni pienamente cromatiche, in perenne oscillazione tra quell’indomito sentimento della cultura popolare messicana ed il retaggio delle vicende surrealiste. Per chi volesse entrare nel mondo di Frida attraverso le sue opere, è opportuno ricordare che, dopo le mostre degli anni scorsi a Berlino e Vienna, dal 20 Marzo al prossimo 13 Luglio 2014 le Scuderie del Quirinale di Roma ospiteranno una grande mostra monografica dedicata interamente a Frida Kahlo.
Giuseppe Arnesano

martedì 9 luglio 2013

Ad Osimo va di scena la grande pittura


Pomarancio, Rubens, Bernini, Reni, Guercino, Gentileschi, Preti, Vouet, Solimena, i marchigiani Cantarini, Guerrieri, Sassoferrato, e in particolare Maratta, sono solo alcuni degli artisti che, dal 28 giugno scorso e fino al prossimo 15 dicembre 2013, fanno parte della grande mostra intitolata “da Rubens a Maratta” – le meraviglie del Barocco nelle Marche 2. Osimo e l’Alta Marca.  La mostra, curata da Vittorio Sgarbi e voluta dal Comune di Osimo e dalla Regione Marche per promuovere ed approfondire la conoscenza del Seicento nelle Marche e valorizzarne l’immenso e sommerso patrimonio culturale, è allestita nel cuore del centro storico osimano, nelle sale del Museo Civico e di Palazzo Campana.  Nella mostra, afferma il curatore, «vediamo lo stesso Barocco che vedremo a Roma, visto che gli stessi artisti che lavorano a Roma, lavorano anche nelle Marche, ma con il vantaggio che questa esposizione è fatta con opere locali provenienti da chiese prevalente poco viste rispetto a quelle romane». Negli espositivi, insieme ad una raffinata collezione di arazzi pregiati, sculture ed oreficerie sacre, sono riunite oltre cento opere provenienti dal territorio regionale, da collezioni private e dai più importanti Musei Nazionali. All’opera di Carlo Maratta (1625-1713), pittore di Camerano di cui ricorre proprio quest’anno il terzo centenario dalla morte, è dedicata un’approfondita sezione espositiva; “da Rubens a Maratta” è una mostra itinerante e suggestiva, articolata tra palazzi, chiese e paesaggi lungo le valli e nell’entroterra marchigiano che permette di ammirare capolavori della cultura figurativa, solitamente poco accessibili al grande pubblico.