mercoledì 21 agosto 2013

Questa sera a Trepuzzi si parla di Salute ed Ambiente

L'incontro informativo, organizzato dal gruppo Fb Trepuzzi da Amare, si  terrà alle ore 20:00 presso Largo Margherita a Trepuzzi

martedì 6 agosto 2013

Viaggio nella periferia romana

Nella periferia Est della Roma contemporanea, all’interno dei confini capitolini che definiscono nominalmente il quartiere Alessandrino, la zona urbanistica di Tor Tre Teste (così chiamata per via di un bassorilievo in travertino raffigurante tre teste, posto sulla facciata di una chiesa seicentesca), attualmente facente parte del V Municipio, è apparentemente lontana dal circuito turistico cittadino; eppure quest’estremo paesaggio in via di sviluppo presenta, come molti già sapranno, un’opera ingegneristica di raffinata bellezza.
La parrocchia di Dio Padre Misericordioso (Dives in Misericordia), nota come chiesa di Tor Tre Teste, venne realizzata dall’architetto statunitense Richard Meier in seguito al concorso internazionale per sei progettisti bandito nel 1995 dal Vicariato di Roma ed intitolato “50 chiese per Roma 2000”, l’idea del progetto era quella di creare in tutte le zone periferiche della città, dei centri parrocchiali in occasione del grande Giubileo.
Nel 1996 Meier si aggiudicò l’edizione che avrebbe celebrato i festeggiamenti dell’Anno Santo nel 2000, ma la Chiesa del Giubileo, viste le complicate soluzioni architettoniche, finì per essere inaugurata soltanto nell’ottobre del 2003. La chiesa di Dio Padre Misericordioso, realizzata dall’architetto a qualche anno di distanza dalla discussa struttura che racchiude il Museo dell’Ara Pacis, è un unicum architettonico nell’esteso paesaggio romano che rimanda alla simbologia cristiana di una barca, riferita alla barca di Pietro, dove per “barca” si intende da sempre la Chiesa e per estensione il “Popolo di Dio”. Un’opera notevole, bianchissima e lucente dove le immense vele, realizzate con cemento levigato ed arricchite dalla macinazione del marmo bianco di Carrara,  sono gonfie di vento che spinge la grande Barca/Chiesa verso “i mari del Terzo millennio”.
Le pesanti vele, inneggianti alla Trinità ed installate su di una pianta con schema compositivo di cerchi, quadrati ripetuti ed intrecciati, danno sul lato interno consistenza al corpo centrale della chiesa, quello che nella concezione classica è conosciuto come navata; il complesso quindi, preceduto da un sagrato marmoreo e da una lunga pensilina che protegge l’ingresso dei fedeli, si compone dall’aula delle funzioni religiose e dal centro parrocchiale; lateralmente all’ingresso principale, svetta una torre campanaria sulla quale è verticalmente impostata una fila di campane in bronzo disposte in ordine dimensionale decrescente, ognuna delle quali presenta una dedica singolare.
Dalla vela più grande, alta oltre 26 metri, si distende perpendicolarmente il soffitto e le facciate laterali realizzate con delle enormi vetrate che amplificano quell’idea di luce e dialogo con l’Eterno. Inoltre l’interno della luminosa chiesa, caratterizzato da un’armonia cromatica, sobria ed architettonicamente asimmetrica, custodisce gli essenziali e geometrici elementi decorativi che compongono l’apparato liturgico. La poderosa presenza del travertino, attraverso il quale vengono realizzati l’altare, che stilisticamente riprende le forme di una barca, la fonte battesimale e l’acquasantiera, è intesa come un rimando poetico all’utilizzo del marmo durante l’età romana. L’elegante variazione cromatica all’interno della chiesa emerge invece dal chiaro legno di ciliegio utilizzato per la realizzazione del matroneo e dei banchi; l’organo, posizionato su di una balconata si contrappone ed inquadra il grande crocifisso,  l’unica opera lignea del Seicento che anticamente era posizionata in un’altra parrocchia romana.