giovedì 1 marzo 2012

LA SWING ERA DI RAY GELATO


La prestigiosa “carriera musicale” di Mr Ray sembra uscire da un vecchio giradischi, ma in realtà è fatta da centinaia e centinaia di live in giro per il mondo dall’inizio degli anni ottanta fino ad oggi. Ricordando la prima tappa del nuovo tour partito da Roma, la Ray Gelato & His Giants Orchestra si è esibita nei prestigiosi club di Milano, Mosca e Bilbao.
Nonostante il gelo insinuato tra i pesanti cappotti dell’ordinato pubblico dell’auditorium romano e le rigide istruzioni che tuonavano all’interno dell’ampia sala Sinopoli, il composto ingresso sul palcoscenico della Ray Gelato & His Giants Orchestra è durato il tempo dei primi tre brani. 
Il navigato e travolgente swing man Ray Gelato, “considerato uno degli ultimi di una lunga serie di intrattenitori jazz”, dopo aver fatto vibrare l’ancia del suo tenor sax, ha letteralmente infiammato la platea con un variegato ed esplosivo repertorio swing di grande qualità. 
Insieme alla band dei Giants, composta da Oliver Wilby sassofono tenore e soprano, Andy Rogers trombone, Daniel Marsden tromba, Gunther Kurmayr pianoforte, Geoff Gascoyne contrabbasso e Sebastiaan DeKrom batteria, Gelato ha presentato un coreografico e notevole spettacolo dedicato al mitico trombettista ed intrattenitore siculo-americano Louis Prima, nato a New Orleans nei primi decenni del secolo scorso e reso immortale dai suoi celebri brani come “Sing,sing,sing”, “Just a Gigolo”, “Buona Sera” ed “Angelina”. 
L’atmosfera musicale è stata delle più suggestive e la fine maestria tecnica dei sette musicisti ha incantato il pubblico danzante sulle note del più puro swing degli anni trenta. Dalla ritmica e geniale tradizione americana agli evergreen di quella italiana, cosi l’eclettica orchestra made in London sfodera dal repertorio dei classici e brillanti omaggi a Carosone, Fred Buscaglione e Paolo Conte. Mentre la festa italo-inglese-americana continuava, Sebastiaan De Krom si è esibito in un “fuori programma” che, alimentato da un coinvolgente e dinamico “solo” di batteria iniziale, ha ammaliato ritmicamente gli astanti riuscendo a far suonare tutto ciò che gli capitava a tiro di bacchetta, seducente il suono delle bacchette sulle corde del pianoforte. Nel gran finale Ray, dopo aver ballato tra il pubblico, è ritornato sul palco con la stessa carica di sempre bissando, oltre ad “Angelina” e “Sing,sing,sing” musicata nella celebre versione hollywoodiana del 1937 di Benny Goodman, un vorticoso ed incalzante medley strumentale in un classico stile della “Swing Era”. Ray Gelato rielabora con stile contemporaneo,elegante ed ironico quei memorabili stilemi musicali generati dal jazz ed evoluti in un’altra fase nell’affascinante swing; un viaggio corale in un variopinto frammento della storia della musica jazz che merita di essere vissuto, cantato e raccontato.
Giuseppe Arnesano