lunedì 8 dicembre 2014

mercoledì 3 dicembre 2014

TRACKS linguaggi d’arte urbana


Linea Tram 19 e MACRO - Museo d’Arte Contemporanea di Roma, via Nizza 138

9 Dicembre 2014 - 10 Gennaio 2015

CONFERENZA STAMPA - Roma Museo MACRO, via Nizza 138 - Martedì 9 dicembre ore 12:00


ARTISTI: Corn79 - Diamond - Etnik - Camilla Falsini - Fra.Biancoshock - Lucamaleonte - Millo - MrFijodor - NemO’S - Ozmo - Alice Pasquini - Gio Pistone - Sbagliato - Solo - Studio Sotterraneo - Edoardo Tresoldi - V3rbo - 108

Nella casuale normalità della città fa irruzione con il suo immaginario soggettivo l’artista, che utilizza il teatro urbano come scena delle sue rappresentazioni. Achille Bonito Oliva

Gli studenti della quarta edizione del LUISS Master of Art, corso di alta formazione post laurea organizzato all’interno del LUISS Creative Business Center, sotto la guida di Achille Bonito Oliva (Responsabile scientifico del Master), debuttano in qualità di “curatore collettivo” con TRACKS linguaggi d’arte urbana.
Il progetto, realizzato con ATAC S.p.a., propone una riflessione sulla Street Art come fenomeno estetico e sociale attraverso interventi artistici sulla linea tranviaria n°19 e una mostra stabile.
TRACKS è un percorso ideale che congiunge la strada al museo attraverso la realizzazione di opere sulle vetture e sulle pensiline della linea 19, in contemporanea a un’esposizione di taglio critico-scientifico all’interno del Macro.
La Street Art, pur continuando a mantenere un forte legame con il tessuto urbano, è riuscita, negli ultimi anni, ad affermarsi anche nei musei, legittimando così la sua presenza all’interno del sistema dell'arte contemporanea e imponendosi come una delle tendenze di maggior rilievo nel panorama attuale.
Le opere degli artisti Sbagliato, Diamond, Millo, NemO’S, Solo e V3rbo, all’esterno dei vagoni, si muovono su un tragitto che attraversa centro e periferia, per coinvolgere e comunicare con la città e con chi la abita. Dal capolinea di Piazza Risorgimento a quartieri come San Lorenzo, Pigneto, Centocelle, il tram intercetta i punti nevralgici del patrimonio storico-artistico della città e nuove realtà associative e culturali.
Cinque pensiline della linea 19 accolgono i lavori del laboratorio artistico Studio Sotterraneo composto da sette giovani artisti - Luis Alberto Alvarez, Mattia Arduini, Carlos Atoche, Francesco Campese, Luis Alberto Cutrone, Roberto Farinacci e Antonio Russo - per una fruizione totale dell’arte in strada.

Il percorso raggiunge il museo Macro di via Nizza, sede dell’esposizione stabile, che intende fotografare lo stato attuale della creatività urbana attraverso le opere di: Corn79, Camilla Falsini, Etnik, Fra.Biancoshock, Lucamaleonte, MrFijodor, Ozmo, Alice Pasquini, Gio Pistone, Edoardo Tresoldi, 108. Artisti eterogenei per formazione, stile e tecnica, che rappresentano l’evoluzione contemporanea del movimento, scelti anche per la particolare attività svolta nella Capitale.
Il 19 dicembre al museo Macro è prevista  una giornata di studi con l’intervento di esperti del settore e degli artisti partecipanti alla rassegna, in un dialogo sulle differenti accezioni di creatività urbana e sul suo rapporto con la città e con le istituzioni pubbliche e private. Sarà anche presentato il catalogo generale del progetto Tracks.

Partner tecnici: Clear Channel - IGPDecaux

CONTATTI STAMPA
Maria Elena Croci T. 3391617900
Silvia Grimaldi T. 3402362421
Martina Niutta T. 3408438128


sabato 29 novembre 2014

La Pea

Il chilometrico pezzo giallo, che anima la liena ferroviaria Bologna-Venezia, è noto fin dai primi anni 90 quando, il celebre duo artistico Cuoghi - Corsello disegna a spray l'ochetta Pea Brain. 
Per saperne di più ecco un'interessante intervista di Duccio Dogheria agli artisti realizzata nel 2004
dal titolo "Sulle ali di un'ochetta" www.questotrentino.it

domenica 23 novembre 2014

domenica 26 ottobre 2014

Crossroad

Art&Ars Gallery

Galatina (Lecce)-

11 ottobre al 24 ottobre 2014

Massimo Pasca, Giuseppe Apollonio, Ivan Garrisi e Brizzo



Qualche minuto prima dell’opening di Crossroad le porte della Art&Ars Gallery sono ancora chiuse. Una fitta nebbia riempie le sale della galleria tanto da offuscare completamente la visuale interna. Improvvisamente le distorsioni della chitarra elettrica di Luigi Bruno echeggiano dall’interno e mentre il fumo diviene sempre più denso, le porte si aprono, il vapore defluisce ed il sound rock psichedelico del musicista risuona nello spazio espositivo. In questa atmosfera underground, dove i fumi e le sonorità incalzanti ricordano un fascino tutto metropolitano, ecco che gli enormi lavori su carta di Pasca e Apollonio emergono dalla foschia; i volumi si abbassano e le tenui luci lasciano il posto alle elaborazioni foto-digitali di Brizzo e alle sonorità multimediali di Garrisi. Così si inaugura Crossroad.

Galatina 11/10/2014


La squadra di Crossroad
da sinistra
Massimo Pasca, Giuseppe Apollonio, Luigi Bruno, Gigi Rigliaco, Giuseppe Arnesano e Brizzo

Nelle vicinanze della Chiesa di S. Caterina d’Alessandria a Galatina (Lecce), che tra il 1369 e il 1391 fu luogo d’incontro tra variegate e numerose maestranze di tutta Italia, si incontrano e si confrontano per la prima volta quattro personalità artistiche provenienti da percorsi formativi diversi. Crossroad, ossia “incrocio”, è il titolo dell’intervento performativo dove Massimo Pasca, Giuseppe Apollonio, Brizzo e Ivan Garrisi sono i protagonisti dell’happening nel quale avviene l’incontro/incrocio tra la performance artistica, il pubblico e le dimensioni socio- urbane del territorio.
All’interno ed all’esterno della Art and Ars Gallery concepita e ridisegnata come un rinnovato spazio dinamico, dove gli artisti realizzano alcuni interventi site- specific, i fruitori divengono parte integrante dell’episodio estemporaneo.
Crossroad è un fatto dove lo spazio architettonico interno e circostante, situato tra via Orsini, corso D’Enghien, Del Ponte e piazza Toma, è vissuto in itinere e diviene un episodio sensoriale e allo stesso tempo luogo mentale di confluenze nelle quali, il melting pot delle esperienze artistico culturali del quartetto, s’armonizza e si relaziona con la gente in dinamiche, immagini, vicende e sonorità provenienti dal tessuto urbano, carico di contraddizioni socio- ambientali che da un lato valorizzano e dall’altro degradano il territorio.
La galleria dunque, vissuta come un open space soprattutto nei giorni che precedono l’inaugurazione, si apre (In) ed accoglie (out) insieme agli artisti, le interazioni quotidiane che giungono dalla strada. Vivere e indagare il territorio vuol dire anche misurarsi con quella temperatura socio- culturale che caratterizza ogni zona urbana. In questo modo Pasca, Apollonio, Brizzo e Garrisi esprimono, attraverso medium e linguaggi totalmente distinti, una personale ricerca che gli accomuna nelle esigenze narrative, conoscitive e sperimentali.
Questi metodi espressivi sono concepiti come quattro linee suddivise su altrettanti livelli che, in un’ottica prospettica, convergono senza mai congiungersi e si sviluppano indistintamente in una singola percezione dimensionale. Questo processo, che da un ambiente fisicamente definito ed interattivo tra in e out, giunge tramite le pratiche artistiche ad una forma di connessione direttamente attiva, coinvolge il fruitore, lo spazio ed il paesaggio nella sua ambivalenza.

un momento dell'inaugurazione di Crossroad

Ognuno degli artisti presenti in mostra esprime la propria dimensione urban: Massimo Pasca, live painter e poliedrico artista, conduce da anni una ricerca pittorica sublimata nel rinnovamento colto del segno di Keith Haring. Non da writer Pasca vive comunque d’istinto quel tempo urbano/musicale, tempo inteso come voracità interiore nell’esecuzione del gesto, paragonato idealmente al blitz illegale dei graffitisti.
L’uniposca e il pennello come la bomboletta spray così nelle tele dell’artista, dove il procedimento della scrittura automatica si rivela nel suo modus operandi, la forza comunicativa si ammanta di poetica letteraria, storica e sociale. Pasca elabora un cortocircuito iconografico pieno di brillanti cromie e di un dissacrante senso ironico nel quale, l’elemento figurato ritrova in accenni pregevoli l’impronta fumettistica di personaggi quali Pazienza e Iacovitti. Le opere di Massimo Pasca sono delle visioni complesse, coinvolgenti e psichedeliche nelle quali l’attimo intuitivo si anima in uno stile decisamente pop che sorprende come in fulmineo contropiede.
La percezione della dimensione urbana nei disegni di Giuseppe Apollonio invece, ha origine da un processo di sottrazione costruttiva che rende leggibile l’idea. Le città sono un groviglio di cose giustapposte e disarmoniche dove le forme stereotipate frantumano le relazioni umane. Il disequilibrio delle proporzioni, visibile in alcuni oggetti del quotidiano, è  l’unico appiglio per rimanere legati alla condizione dello spazio reale.
In questi lavori, nei quali la contaminazione tra gli studi in architettura, il designer e le illustrazioni caratterizzano l’operato di Apollonio, si percepisce un’esigenza stereometrica dove la sintesi figurativa, legata in parte alle suggestioni di matrice surrealista, diviene attraverso la genuinità e la precisione del segno una raffinata e labirintica riflessione sul paesaggio culturale. Le elaborate visioni di città di Giuseppe Apollonio sono in continua relazione ed evoluzione con il nostro Essere, che molto spesso pecca di responsabilità e si adagia nell’indifferenza del caos.


Crossroad accoglie in un continuo dialogo performativo gli scatti di Brizzo che, non da fotografo, ma da digital artist, percepisce in maniera intimistica ed analogica i sommessi gemiti di paesaggi ed architetture. L’artista, partito dalla ricerca fotografica, porta avanti da qualche anno un progetto di elaborazioni foto- digitali. Con questo linguaggio Brizzo affronta la questione e vive il territorio con una propensione di indagine diretta nei luoghi extraurbani, introducendo e documentando con sensibilità bucolica, un rapporto intrinseco ed immaginario dello spazio.
In questi lavori, eseguiti con iPhone ed in particolare con l’app hipstamatic, l’artista non si sostituisce alla tecnica e all’occhio del fotografo professionista, ma piuttosto rappresenta delle pregevoli e calibrate ricognizioni visive effettuate attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie. In queste proiezioni, dove le ambivalenze e le interazioni tra in e out prendono il sopravvento visionario, le prospettive distorte mettono in evidenza il disegno astratto di strade, piazze ed edifici nel ricordo avanguardistico che fu di Alvin Langodn Coburn. Ivan Garrisi, giovane suond artist e performer, ragiona quasi in modo antagonista con il pubblico che, in maniera inconsapevole, entra a far parte dell’evento performativo.


L’essenza urbana del performer è racchiusa nella capacità di contenere, modulare e far connettere le instabilità del suono e con le reazioni comportamentali degli individui. Garrisi, che attraverso un processo di ibridazione tra video, musica elettronica ed informatica musicale, rielabora un concetto di espressività multimediale nel quale il fattore sorpresa gioca un ruolo fondamentale. Urban texture raccoglie le interazioni sonore e le trasmuta all’interno dello spazio architettonico in immagini sonore.


Ancora una volta in e out, interno ed esterno si compenetrano favorendo incorporeità transitorie e fluttuanti; dunque l’imprevisto è descritto nei sospiri della città fatti dai brusii, dalle macchine, dai passanti, dagli uccelli e da tutto ciò che scorre, si muove, vibra e anima lo strato ed il substrato nel bel mezzo di quell’ideale incrocio urbano delle sensazioni. Il tessuto urbano genera all’improvviso un intreccio vitale e sonoro dove le suggestioni del hic et nunc stimolano l’interconnessione ed il dialogo artistico tra la pittura, le elaborazioni foto- digitali e il disegno, nel solco vivido dell’irripetibilità del gesto performativo e della comunicazione intermediale che veicolano e sostengono il messaggio in un punto comune.



Giuseppe Arnesano

giovedì 11 settembre 2014

Il rendezvous dei Borboni

Henri Matisse, La Danza, Olio su tela,  Museum of Modern Art, New York, 1909


Quello che si è svolto a Cocumula nell’ultimo giorno di agosto, durante la prima tappa del premio letterario La Luna dei Borboni presentato dalla giornalista e scrittrice Luisa Ruggio, non è stato soltanto un momento dedicato ai riconoscimenti ufficiali, ma anche ad un dialogo tra le arti. E’ accaduto che, mentre musicisti come Giorgia Santoro (Flauto traverso) e Marco Piperno (Chitarra) si alternavano nell’esecuzione di intensi brani strumentali, le voci degli attori Salvatore Della Villa, Anna Stomeo, Barbara Castrignanò e Antonio Minelli interpretavano alcuni scritti di Vittorio Bodini. Proprio da Giorgia Santoro, che con il suo progetto da solita Déjà vu ha inaugurato la serata, abbiamo appreso in che modo la sua musica abbraccia versi del poeta :« Indubbiamente grazie alla Musica ho avuto l'occasione di conoscere ed innamorarmi dei suoi versi. Ciò che probabilmente avvicina la mia Musica alle sue poesie, è il forte legame con la terra d’origine ma al tempo stesso la passione per altri “luoghi” come quella la Spagna; ma più di ogni cosa, credo sia la voglia di raccontare, percorrere ed esplorare attraverso i “suoni”. Questi brani musicali»,prosegue la flautista,« si basano sul recupero delle antiche danze medievali, dei canti cristiani di pellegrinaggio e devozione (Cantigas de Santa Maria) e delle antiche romanze sefardite, espressione della cultura e delle tradizioni degli ebrei spagnoli». Nel bel mezzo di questo rendezvous artistico di fine estate anche la pittura diviene protagonista. Massimo Pasca ha dato vita alla prima tela del live painting itinerante dedicato al poeta. «Il mio omaggio a Bodini», ha spiegato Pasca , «consiste nel tentativo sperimentale di lasciarmi guidare dal ritmo delle sue composizioni e da questo avere una quasi simultanea traduzione in segno. E' un tentativo fatto più volte sia con musicisti che con scrittori e poeti, ogni volta scopro che il mio segno risente dei diversi ritmi compositivi e delle diverse suggestioni». Durante le letture di Banderillas de fuego, Poppitu, Restauri e L’amore in Puglia ha il muso storto, che risuonavano in piazza San Nicola, Massimo Pasca ha assorbito musica e parole. Tratto dopo tratto con quell’innato processo della “scrittura automatica”, che caratterizza parte della tecnica dell’artista, Pasca ha segnato l’incipit sospeso della tela, nel quale le parole di Bodini divengono figurazione minuziosa di un immaginario roboante, personale e stilisticamente pop. Il progetto artistico dei Luoghi bodiniani, nato da un’idea del Raggio Verde Edizioni, insieme all’associazione e20Cult e alla collaborazione con il Centro Studi Vittorio Bodini, vuole raccontare attraverso un viaggio affascinante gli scenari pugliesi più cari al poeta in occasione del centenario della sua nascita. A conclusione della perfomance itinerante Massimo Pasca legherà tutti i frammenti delle tele realizzate, per creare un’inedita narrazione che donerà al Centro Studi “Vittorio Bodini”.




martedì 2 settembre 2014

Reinventarsi ad Arte

Si sa, non ci sono limiti alla creatività e questo è proprio il caso di dirlo. Così Brizzo Iga, che come digital artist sperimenta da sempre interessanti soluzioni visive, abbraccia un metodo collaudato per raggiungere i suoi estimatori e non solo. Alcuni dei suoi vecchi e nuovi lavori, come il neonato Edgar Allan Po, entrano a far parte di un’inedita collezione di apposite stampe d’autore. Questo progetto racconta lga: «nasce dalla voglia di differenziare sempre il mio lavoro; dalla ricerca di nuovi spunti e dall’idea di rappresentare alcuni aspetti indelebili dell’esperienza di ognuno di noi», inoltre prosegue Brizzo, «il limite fra opera grafica e arte credo sia nascosto nell’idea di elaborazione che, per quel che mi riguarda, non ha nessuna differenza». Dai Beatles a Mick Jagger,passando per Woody Allen fino a Egolight, ultima creatura grafica dell’artista, loro sono alcuni dei personaggi rappresentati per questa nuova e caratteristica esperienza da condividere e portare comodamente in giro.

domenica 31 agosto 2014

Vittorio Bodini/ premio la Luna dei Borboni






















La Luna dei Borboni

Il premio “La Luna dei Borboni”, che si terrà invece in piazza San Nicola domenica 31 agosto sera (ore 20.30) e che sarà presentato dalla giornalista e scrittrice Luisa Ruggio, vedrà la partecipazione di molti altri artisti e la premiazione di un giovane scrittore esordiente, nonché il lancio di un Premio giornalistico, “La Luna dei Borboni”, che per quest’anno è stato attribuito alle testate giornalistiche storiche del Salento,la Gazzetta del Mezzogiorno e Nuovo Quotidiano di Puglia. Che come Bodini raccontano il territorio e che hanno contribuito a tenere viva la sua memoria anche quando il poeta era solo oggetto di studi accademici.


Il premio “La Luna dei Borboni”, giunto alla sua nona edizione, sarà attribuito allo storico Fabio Grassiper la sua opera e il suo studio sugli scritti civili di Vittorio Bodini, nonché per l’analisi del Bodini “politico” attraverso i suoi articoli di stampa.. Il premio “Vittorio Bodini Esordienti”  è stato assegnato invece aMarco Cardetta e sarà offerto dalla casa editrice Besa sotto forma di pubblicazione dell’opera. Ultimo premio, “Le mani del Sud”, all’artista Fiorella Rizzo, già organizzatrice del Premio di Cocumola e promotrice della figura e dell’opera di Vittorio Bodini attraverso le sue installazioni. I premi verranno consegnati dall’editore Livio Muci, dai professori Antonio Lucio Giannone e Anna Dolfi, da Valentina Bodini, da Marcello e Massimiliano Apollonio.

Le letture dei brani di Bodini saranno invece a cura degli attori Salvatore Della Villa, Anna Stomeo, Barbara Castrignanò, Carla Guido, Antonio Minelli, mentre i momenti musicali della serata saranno affidati ai musicisti Giorgia Santoro e Marco Piperno.

Nel corso della serata l’artista Massimo Pasca realizzerà una performance di live painting, sempre dedicata alla figura di Bodini. Si tratta della prima tappa del progetto “Luoghi bodiniani. L’arte incontra la poesia. Live painting di Massimo Pasca”, ideato dal Raggio Verde edizioni e l’associazione e20Cult in collaborazione con lo stesso Centro Studi Vittorio Bodini: una performance itinerante nel Salento per rileggere, in occasione del centenario della nascita del grande poeta, l’interesse e l’amore di Vittorio Bodini per la propria terra. Partendo appunto da Cocumola, dove sarà realizzata la prima tela. Atto conclusivo del progetto sarà incastonare le tele eseguite nelle diverse tappe in un unico supporto, per costruire una sola grande opera che l’artista donerà al Centro Studi “Vittorio Bodini”.

 In chiusura il cortometraggio “Viviamo in un Incantesimo” di Giuliano Capani, introdotto dall’autore e dagli attori Anna Stomeo e Luciano Emiliano.

Fonte comunicato stampa

sabato 30 agosto 2014

Tracce di memoria


“La terra del rimosso” è il titolo di una piccola raccolta di tredici scatti realizzati da Gabriele Albergo ed esposti, per la prima volta, nell’allestimento campestre dell’Azienda agricola biologica Piccapane (Cutrufiano- Aradeo, LE), in occasione della III Sagra del Diavolo. Le fotografie di Albergo sono tracce di un Salento contemporaneo, ma visivamente e mnemonicamente lontano. Nei paesaggi urbani l’autore coglie quel sommesso dialogo tra il quotidiano e quell’idea intima del ricordo. Il dialogo diviene narrazione ed in queste immagini, realizzate in analogico con pellicole scadute, si apprezzano i colori saturi, gli insoliti scorci  e una velata percezione ironica che aleggia tra le patine sbiadite di questi nostalgici frammenti di memoria. Le immagini di Albergo si caratterizzano e raccontano un vissuto sospeso tra folklore religioso e scenari carichi di suspence, dove l’imprevisto potrebbe accadere da un momento all’altro. Queste suggestioni, attualmente rimosse dal decorrere dei tempi e dalla poca attenzione verso i “non luoghi” del reale, ritrovano nei lavori di Gabriele Albergo una sensibile dignità visiva nella quale il territorio riscopre, attraverso uno sguardo “intimista”, fascino e memoria.

Canale flickr di Gabriele Albergo www.flickr.com/photos/92076996@N08/


Giuseppe Arnesano