martedì 30 agosto 2011

Notte della Taranta 2011/ Uno sguardo nel fuori fuoco


Pubblicato sul Il Paese Nuovo il 30 agosto 2011




Dal blog di: pnculture

In questi giorni, a proposito della lunga notte che accoglie il concertone finale di Melpignano, non si è fatto altro che parlare su giornali, televisioni, in rete e perché o anche nel “privato”di facebook, della grande partecipazione di pubblico, dei numerosi turisti accorsi da ogni parte d'Italia,del sempre crescente successo dell’evento di chiusura del festival,delle novità organizzative e tecniche della manifestazione e delle future intenzioni nel prossimo anno


Ci sono le immagini
mostrate ed altre
tenute al lato.
La vetrina e il dietro.
La gioia dell'ascolto
e la barbarie
del perdimento
etilico... Come poter
armonizzare?
Perchè non pensare
il concertone
di Melpignano
come un evento
a pagamento?

Nelle consuete immagini, la NdT si conferma, con la sua quattordicesima edizione, l'evento più atteso dell’estate salentina e come ogni anno, all' indomani “della Taranta”, i media divulgano immagini, commenti positivi della serata e i grandi numeri che l'hanno caratterizzata. Si sa, che tutto questo ha un’enorme rilevanza a livello d'immagine ed è una grande vetrina per il nostro Salento che riesce, nell'arco dei giorni del Festival e ancor di più nelle ore dell'evento finale, a catalizzare in maniera accattivante e suggestiva un pubblico sempre più esteso e variegato. Se ci soffermiamo sulle consuete immagini relative alla notte di Melpignano, vediamo che in esse si descrive, come è giusto che sia, il colpo d'occhio dell'ordinata folla, un’esplosione festante di colori, allegria e gioia impressi nei visi di centinaia di partecipanti, giovani che sollevano per aria il tamburello, fotogrammi che bloccano quell'attimo di massima concentrazione per l'artista impegnato sul grande palcoscenico e quanto altro di meglio "la taranta"possa esprimere. Siamo abituati ad ascoltare, da parte dei politici, degli amministratori di ambo gli schieramenti, dei personaggi noti e meno noti dello spettacolo e da parte di altrettanti addetti ai lavori tutti barricati nelle sale dell'inaccessibile Ex Convento degli Agostiniani, eleganti e convenevoli digressioni sul tema della serata. L'esempio è quello di una fotografia poco riuscita nella quale, un determinato soggetto in primo piano è ben delineato, mentre l'intera ambientazione con i suoi molti particolari risulta sfocata e poco definita.
Nelle sfocature
Mettiamo da parte allora ciò che appare del "fiore all'occhiello del made in Salento" e diamo uno sguardo nei particolari "fuori scena". Passeggiando nella "periferia" attigua al complesso degli Agostiniani, caratterizzata da centinaia di chioschietti regolari ed improvvisati, bancarelle variegate e sproporzionati camion dei “paninari”, si vede, nonostante la presenza di volontari e della croce rossa, una quantità esagerata di depravazione etilica, con un’esigua ed apparente forma di controllo ma tutto è allo sbando. In quel perimetro, apparentemente lontano dal grande palco, tutto è permesso lasciando ampio sfogo all'indecenza civile. Numerosi sono i corpi di giovani e meno giovani che posteggiano privi di sensi riversi per terra, altri
barcollano e vaneggiano ed altri ancora attendono una minima provocazione per dare in escandescenze; in questo scenario turbolento, numerosi sono i partecipanti che, potenzialmente potrebbero correre rischi di qualsiasi tipo.Tutto questo oltrepassa sia la soglia del decoro civile che quella del rispetto dell’evento di
Melpignano in sé, andando contro la tradizione salentina, contro i professionisti che si esibiscono sul palco, contro quelli che lavorano dietro le quinte, contro i cittadini residenti e non, e contro la dignità della persona.
Ed ora una domanda: visto che le tappe itineranti della Notte della Taranta, si distinguono dall'evento del concertone finale, per semplicità e caratteristiche organizzative non sarebbe il caso di far pagare un biglietto d’ingresso al concerto finale, permettendo a chi è realmente interessato alla piena fruizione dell'evento artistico ed alla sola forza della tradizione popolare di poterne godere in tutta tranquillità?
Un esempio a cui riferirsi (con le dovute differenze di proporzione) potrebbe essere quello del Parco Gondar di Gallipoli che con lo sbigliettamento può gestire grandi eventi in un clima di controllo, di rispetto e di sicurezza. In attesa di riuscire a leggere in maniera più approfondita in "quei particolari sfocati e poco definiti" ricordiamo intimamente gli istanti più significativi di un grande evento che, ieri come oggi, continua a farci battere “lu cuore e lu pete”.

Giuseppe Arnesano



martedì 2 agosto 2011