domenica 16 gennaio 2011

Nel riposo del Campo

Pubblicato sul Il Paese Nuovo il 16 gennaio 2011

I luoghi del Salento/Novoli


Nel giorno di “Antonio il grande santo l’Eremita” , questa domenica visitiamo il Comune di Novoli situato nel parco sociale del Negroamaro e facente parte, insieme con gli altri Comuni della zona settentrionale della provincia, della Valle
della Cupa. Nonostante le origini del toponimo siano poco attendibili, gli storici locali avanzano differenti ipotesi circa la derivazione semantica; una prima interpretazione richiama i termini latini Novulum, Novale (campo da arare, campo lasciato a riposo) pronunciati in gergo locale, mentre stando ai documenti ufficiali compariva il nome di Santa Maria de Novis. Un tempo, secondo le fonti dello storico locale Marciano, Santa Maria de Novis fu fondata dagli abitanti del confinante casale Porziano i quali lasciarono l’ostile terreno originario per insediarsi in quella che oggi è l’attuale Novoli. Prima di percorrere le vie del “bel paese” alla scoperta della Chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate, dichiarato protettore della comunità dall’allora magnanime vescovo di Lecce Luigi Pappacoda nel 1664,ricordiamo che Novoli è devota a diverse sante figure, ed a testimonianza di questo sono numerose le chiese edificate a cavallo tra 500 e 600 alcune delle quali ristrutturate su precedenti costruzioni.
Tra queste citiamo il titulus della chiesa di Santa Maria Madre di Dio, oggi conosciuta come chiesa dell’Immacolata e ubicata nel cuore del centro storico in Vico Mazzotti; il sacro edificio è la testimonianza più antica del patrimonio architettonico locale, all’interno di questo sono custoditi due affreschi risalenti all’età bizantina, uno raffigurante la Madonna in trono col Bambino datato ai primi del XIV secolo, dell’altro invece se ne conserva solo un frammento ritraente un angelo con una figura femminile con aureola probabilmente attribuibile al XIII secolo; questo inizialmente intitolato Ospitalità di Abramo viene, a seguito di successivi studi, riconosciuto come frammento della raffigurazione della Madre del Risorto visto che nella chiesa veniva commemorata la festa della Mater Dei nella giornata di martedì di Pasqua, celebrazione che corrisponde con quella della Madre del Risorto del calendario liturgico bizantino.
Attraverso il lungo asse viario che da Campi Salentina conduce nel centro di Novoli, proseguiamo su via San Paolo, dove il santo “guerriero” cede il testimone a Sant’Antonio “del Fuoco” sull’omonima via; la struttura originaria della Chiesa di Sant’Antonio è antecedente al 1640 mentre l’edificio attualmente visibile risale tra il XVIII ed il XIX secolo. Il prospetto principale è caratterizzato da un anonimo stile neoclassico inquadrato da quattro paraste con capitelli dorici sulle quali è impostato un poderoso timpano al centro del quale figura un orologio degli anni trenta del novecento. Varcato il portale d’ingresso dai battenti bronzei, ammiriamo il classico schema a tre navate, ove nel fondo di quella di sinistra spicca la nicchia con la statua in cartapesta del Santo in onore del quale viene accesa un’alta “focara” dalle arcaiche origini probabilmente risalenti al XV secolo.

Giuseppe Arnesano

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