giovedì 16 settembre 2010

Il paese dell'acqua

Pubblicato sul Il Paese Nuovo il 18 luglio 2010



La vita di un paese, di tutti i paesi, anche per Castrignano nostro, è come un fiume; l' acqua degli altri sembra che passa, e passa pure, ma è sempre quella. Dopo che fa i suoi giri, più pulita, più bella, più fresca e più chiara: è sempre la stessa, ma più ferma e piano piano ... calma da lontano sempre al suo paese torna. "Torna a Castrignano"
Ed io mi fermo qui.

Angiolino Cotardo
Castrignano dei Greci, 15 dicembre 1987
( A.A. Mele, "Cascignanu de li Greci ... Paese nòsciu")

Castrignano dei Greci:
Dalla sponda adriatica “Nel quadrato di Tricase” alla calura dell’entroterra salentino. Questa domenica raggiungiamo Castrignano dei Greci culturalmente situato all’interno di quell’esteso comprensorio conosciuto con il nome di Grecìa salentina. In griko si pronuncia Kastrignàna o Kascignàna, ma l’origine del toponimo “Castrignano” è rimasto sepolto a differenza delle colorite o meno supposizioni che sono riemerse nel corso del tempo. Si è a conoscenza che la conformazione del terreno, favorevole al raccoglimento delle acque piovane, ha facilitato la formazione di vere e proprie grotte naturali, all’interno delle quali si sono sviluppati i primi insediamenti abitativi. Il piccolo centro di Castrignano custodisce numerose “grotte interrate” indicate con il nome di “granili”e caratterizzate da profondi pozzi. Questo sistema di grotte, ossia le "trappituddhìa"(piccoli frantoi) si trovano sia nelle vicinanze di largo San Martino e sia nei pressi di via Pozzi (località parco delle pozzelle) dove troviamo il trappeto di Alfredo Salvatore ed infine nella zona di via San Leonardo ove è localizzato il “trappeto” più antico. Probabilmente questi primi centri abitativi si sono unificati ed hanno dato origine all’antico nucleo principale sviluppato tra il rione “varrata”(attuale largo S.Martino), la cripta Bizantina in largo S. Onofrio e le “pozzelle”.
Altre ipotesi sulla fondazione narrano dell’arrivo di una colonia di cretesi al seguito del condottiero Giapige (Iliade-cap.XXIV), mentre alcune leggende popolari attribuiscono la fondazione del paese a Minosse, un’altra ancora, infine, e forse quella più attendibile, si riferisce all’anno 487 d.C. in cui i Romani conquistarono ed occuparono le pianure salentine istituendo su questo territorio un presidio militare, noto all’epoca come Praesidium Castrinianum oppure Castrinius. Quest’ipotesi è avvalorata dal fatto che l’antico rione “Varrata” che deriva da “Varra”(sbarra) si riferisce a quel naturale sbarramento formatosi dal defluire delle acque piovane che, dalle zone sopraelevate convogliavano nella conca perimetrale identificata come “naturale difesa” del castrum (accampamento) romano, dunque il nome castrignano deriverebbe in primo luogo da Castrum oppure, secondo altri studiosi, dal nome del centurione romano “Castrino”. Infine l'etimologia potrebbe anche ricondurre al vocabolo grecoKastron” che significa castello che lo ritroviamo nella descrizione araldica del gonfalone comunale.
In questa calda giornata dove un vivace venticello si diverte ad arricciare le soffici nuvole,e, dall’ombra di un Pino cresciuto in quel naturale avvallamento del Parco delle Pozzelle, utilizzato fin dall’antichità per la raccolta delle acque piovane grazie ad un raggruppamento di piccoli pozzi scavati nella roccia friabile e denominati “Ta fréata”, che ci incamminiamo per raggiungere fuori dal centro abitato la Chiesa della Madonna dell'Arcona, nota anche come Chiesa della Vergine della Grazia. L’edificio sacro viene edificato nel 1731 nel luogo dove, secondo la leggenda, venne ritrovata un’antica icona bizantina della Vergine con bambino, attualmente esposta in un’edicola in corrispondenza dell’altare maggiore. L’immagine bizantina è venerata dai Castrignanesi sotto il titolo della Arcona; fin dal suo ritrovamento la tavola miracolosa ha donato prodigi ai numerosi storpi ed infermi che si recavano al tempio sacro per devozione, in particolare si ricorda nel catasto onciario del 1725 Donato Cosma primo miracolato. Le inspiegabili guarigioni si moltiplicavano, così in segno di ringraziamento, fedeli e devoti contribuirono, attraverso le molte elemosine, a costruire la chiesa “e si trattiene l'oblato per mantenerla aperta”. L’origine del suo nome deriverebbe sia dal termine grecoArcontissa” che vuol dire Regina e sia dall’antica etimologia del termine Arco, inteso misticamente, come “posto da Dio infra le nubi, segnale di alleanza fra Lui e gli uomini”. La piccola chiesa presenta un sobrio prospetto caratterizzato da quattro paraste raccordate, in sommità da un cornicione di coronamento. Il portale d’ingresso, decorato con motivi vegetali è situato fra le due paraste centrali, al di sopra di questo spicca un timpano ad arco interrotto mentre, in asse con il portale si trova una piccola finestra decorata.
Da questo umile luogo carico di profonda sacralità ci avviamo in direzione di…

Giuseppe Arnesano

Nessun commento: