sabato 2 aprile 2011

Nella carne dell'Ulivo

Pubblicato il Paese Nuovo domenica 3 Aprile 2011


 da pnculture.blogspot.com

“Ritratti d’Artista” vuole essere un filo diretto con le numerose “anime” che fanno ricco il panorama della cultura artistica salentina (e non solo quello) attraverso tale congiunzione queste variopinte personalità eclettiche raccontano la propria Arte ed il rapporto tra essa ed il territorio. Ogni mese sarà dedicato ad una disciplina riguardante le arti visive, plastiche, letterarie e performative. Curiosando tra colori, laboratori, collezioni pubbliche e private ed atmosfere creative, cercheremo di scoprire quelle raffinate “primizie d’autore” che caratterizzano questa pianeggiante tavolozza bagnata dai due mari.
Intervista all’artista Paola Rizzo/pittura
Opera di Paola Rizzo "Nuovi Percorsi"
Con tratto sicuro, dinamico e magicamente miniaturistico prende forma il baroccheggiante ulivo di Paola. Questi nobili ed aggraziati corpi, che sembrano essere intrisi del drammatico destino inflitto alla giovane Dafne “berniniana”, si stagliano imponenti ed a volte si sradicano all’interno di diafane e liriche visioni paesaggistiche diretti verso “nuovi percorsi”. Le sue opere rappresentano la vita, segnata in tutto e per tutto, sia da episodi gioiosi che dalle taglienti sferzate dovute alla casualità degli eventi; questi due eterni opposti si armonizzano in fieri “personaggi/corteccia”coadiuvati ed allo stesso tempo inondati da percepibili e vibranti sonorità musicali. Risulta inoltre sintomo di padronanza tecnica chiaroscurale, particolarmente viva ed aderente al vero, la lunga serie di ritratti realizzati a matita.
Come nasce l’archetipo figurativo nel tuo “ulivo”?
Una costante della mia opera è l’ulivo:l’albero centenario che per eccellenza rappresenta l’ambiente, la natura della terra salentina.Sento di poter affermare che vi è oramai una dipendenza quasi ancestrale tra me e quest’albero, considerato sacro dai nostri avi. Ho visto nell'ulivo l'archetipo per affacciarmi in un mondo inesplorato, risalire alle origini del mio stesso essere donna, per fortificarmi. Ho scelto l'ulivo come simbolo di vita, ma anche di sofferenza. L’ulivo ha un’anima. E’proprio in quell'avvitarsi su se stesso, in quel dibattersi per vincere e far vincere il principio armonico della natura più autentica dell'essere, che  trovo il massimo dell'esaltazione dello spirito. Il suo tronco è come il corpo di un essere umano in continua lotta per la sopravvivenza e per la libertà, i suoi rami come le braccia, diretti verso l’alto direzione della luce e le foglie stesse sono la vita.  
Questi “unici esemplari” dall’apparente staticità compositiva hanno una direzione sentimentale?
Il sentimento e l’amore sono alla base dei  miei ulivi. Loro si muovono con me in un percorso che è in continua evoluzione stilistica, intellettuale e sentimentale.
Quando gli ulivi compaiono nelle tue tele?
Sono nati circa tredici anni fa ed hanno preso una direzione che narra in immagini il passaggio che va dalla materia allo spirito. Le prime tele lo dimostrano. Infatti all’inizio essi si offrono come protagonisti isolati in monologhi di natura esistenziale o in coppia. In tredici anni sono cambiate tante cose nella mia vita ed i miei ulivi con me.
L’antropomorfismo caratterizza queste palpitanti figure, ti senti realista o surrealista?
Non ho mai definito la mia pittura in un genere o in un filone artistico. Ho sempre seguito solo l’istinto, la creatività, la mia anima. Sono loro che dalla mia mente guidano la mia mano ora con il pennello, ora con la grafite. La mia pennellata procede per linee ed in questo trovo profonda corrispondenza ed osmosi con quella che è la materia dell’ulivo. Il mio linguaggio artistico si allontana dall'ispirazione naturalistica di partenza per approdare al rinnovamento comunicativo già a partire dal taglio scenografico impresso al paesaggio. Così gli alberi, da elementi indistinti di natura, divengono personaggi. Non mi sento né  metafisica, né surrealista, neanche  iperrealista, ma semplicemente  credo che il mio segno nasca dal profondo dell’anima: forse è solo un segno introspettivo per accumulo, difficile da inquadrare in una  precisa corrente artistica.
Quale è il tuo metodo di lavoro?
Il mio metodo è sempre lo stesso da anni. Vago per i campi di Puglia, come girovaga impazzita alla ricerca di ulivi. In genere vado in compagnia, quando atterriamo in un suolo sacro prendiamo strade differenti; afferro la mia macchinetta ed in quel momento ho bisogno della mia solitudine; c’è una pace ed una serenità che successivamente cerco di trasmettere nelle mie tele; mi soffermo sempre su quello che più di tutti grida il mio nome e lo fermo in centinaia di scatti cosi mi capita di fotografarlo da ogni angolatura. Dopo lo sviluppo mio diverto a ricomporre le foto in maniera istintiva e a volte casuale. Il mio ulivo nasce da un assembramento di immagini, dalle quali estrapolo quello che sento mio in quel momento.
Preferisci l’olio su tela o l’inchiostro di china su carta?
Anni fa ho prodotto una serie inedita di grafiche realizzate in china su carta. La penna, la punta sottile, mi faceva entrare nella profondità di quella materia ed al tempo stesso mi faceva riemergere. Attualmente prediligo l’olio su tela, probabilmente perché la tecnica si è così talmente affinata, da riuscire con la pittura ad olio su tela a rappresentare in piccoli tratti con un pennello minuto i miei soggetti. Poi l’olio è soprattutto colore, e l’arte la si esprime anche mediante i colori.
Ultimamente, durante delle performance, hai ritratto noti musicisti. Parlaci del tuo progetto “Grafite è Musica”?
Sì, “Grafite è Musica” è il connubio delle immagini e dell’arte dei suoni. Comprende una serie di ritratti realizzati a matita. Sono i volti di tanti artisti, tanti musicisti salentini (e non solo), che ho avuto la fortuna di incontrare e di conoscere direttamente in questi ultimi anni. Tutto è iniziato dalla richiesta di un ritratto da parte di Terron Fabio dei “Sud Sound Sistem”, conosciuto casualmente in spiaggia a Gallipoli. Poi è avvenuto tutto in sequenza, quasi naturalmente: eccomi qui a fermare l’anima e la musica di tanti amici musicisti attraverso la grafite della mia matita. Dopo il suo ritratto infatti ho sentito forte l’esigenza di unire le mie passioni, musica, fotografia e la passione per il ritratto. Spero che questo progetto possa dare la possibilità di un contatto diretto con l’arte per tutti, un contatto che manca tra i non specialisti. Questa è una delle particolarità del progetto: portare in giro nei locali la mia mostra ed abbinare una mia performance in diretta durante la  quale eseguo il ritratto già cominciato nella mia bottega con il sottofondo della musica live (prodotta dall’arte del musicista ritratto). Il progetto adesso ha cambiato direzione; penso che il mio laboratorio, meglio di qualunque altro locale si presti ad accogliere chi desideri affacciarsi all’arte, in qualsiasi momento. L’arte deve essere divulgata e la musica, la pittura e la letteratura devono essere aperte a tutti.
Chi vorresti ritrarre?
Tutti i musicisti che fin ora ho ritratto sono quelli che mi accompagnano con la loro musica nella vita di tutti giorni. Vita fatta di note e pittura, musica che è grafite. Tutto avviene nel mio mondo: una piccola stanza nel cuore di un altrettanto piccolo paesino del Salento: Noha. Qui, arte e musica, risuonano non solo come colonna sonora che non manca mai nel mio laboratorio, ma anche come moto dell’anima-artista. Ho in mente tanti ritratti ancora, alcuni già saranno realtà nei prossimi mesi, come per esempio quello di Valerio Combass degli Après la Classe, Nandu Popu e don Rico dei Sud Sound System, e tanti altri. Ma ce n’è uno… un ritratto che mi sta facendo tribolare da tre anni. Parlo di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Ma non mi do per vinta: anzi sono certa che il sogno diventerà realtà da qui a non molto.
Cosa ti emoziona?
Mi emoziona la Vita. Sapere di esser importante per un amico o per un’amica, o per chi amo. Sapere di poter contare su qualcuno, e di essere io la prima che ascolta ed elargisce consigli. Mi emoziona la mia terra, gli ulivi in una giornata afosa di sole o nel grigiore di una giornata ventosa, ascoltare il canto dei grilli o il frinire delle cicale, sognare, credere che la vita mi sia stata donata e cercare di essere coerente nelle scelte di tutti i giorni. Cercare l’amore. Ed infine mi emoziona pensare che qualcuno a sua volta si emozioni contemplando un mio ulivo.

Giuseppe Arnesano

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