domenica 14 novembre 2010

Sulla Naturale Altura

Pubblicato sul Il Paese Nuovo il 14 novembre 2010
Trascorsa la pluviosa settimana ed il giorno dedicato a Martino, leggendario giovanotto d’animo generoso e novello spadaccino ricordiamo che, secondo la tradizione il Santo dopo aver donato metà del suo mantello ad un povero pellegrino, proseguì per il suo cammino accorgendosi dopo qualche passo, che il malo tempo si rischiariva come d’incanto. Sull’esempio del rituale auspicio, questa domenica percorriamo le strade dell’entroterra salentino e diretti nella zona centro meridionale del territorio, raggiungiamo il piccolo Comune di Scorrano.
Dopo aver superato il signorile centro di Maglie, proseguiamo lungo il “campestre” rettilineo di Via Scorrano e poco prima di varcare i confini amministrativi del piccolo comune, si proietta sull’asfalto l’ombra di un grosso rapace.
Due sono i monolitici “testimoni” delle antiche civiltà che dimorano saldamente nelle attigue terre; il territorio di Scorrano fin dai tempi più remoti è geograficamente favorevole all’insediamento umano, sia grazie ai fecondi terreni che alla semplice reperibilità dell’acqua potabile, ma la caratteristica strategica del luogo riguarda la facilità difensiva dovuta alla naturale altura del paese. Solida è quella tradizione che conferma l’origine romana del primo nucleo abitativo, legata al nome del console Marcus Aemilius Scaurus, probabile fondatore di Scorrano durante il periodo della dominazione “capitolina” in Salento. Nonostante le suddette ed “accreditate” fonti, la ricerca non ha riscontrato la presenza di elementi concretamente scientifici, ma è più credibile presumere che l’origine del Comune sia dovuta alla volontà del romano Scurra valoroso reduce dell’età Repubblicana. Alcuni storici, invece, ritengono che la formazione di Scorrano, come centro rurale fortificato,sia avvenuta in epoca bizantina; quest’ultima ipotesi viene sostenuta poichè si sono potuti paragonare determinati elementi toponomastici e religiosi con altri archeologici e storiografici.
Dopo la caduta dell’impero romano, le successive fasi evolutive della storia locale e non, hanno restituito numerose tracce documentarie: l’epigrafe tardo-bizantina e quella relativa all’anno 1268, nella quale si attesta che nell’atrio del castello di Gallipoli avvenne l’impiccagione dei baroni “ghibellini” Angelo e Piero di Scorrano, fedeli alla famiglia imperiale degli Hohenstaufen e perciò ostili alla nobiltà salentina vicina alla corte di Carlo d’Angiò.
Questa tappa itinerante è caratterizzata dalla furtiva presenza sagomata di un’aquila che silenziosamente ci osserva sin dal nostro ingresso in paese; essa ci conduce tra i vicoli del centro caratteristicamente inglobati nell’antica cinta muraria e, dopo aver superato l’acuta Porta Terra o Arco di Santa Domenica, “luminosa” patrona di Scorrano, raggiungiamo dopo qualche metro il prospetto ingentilito della Chiesa matrice della Santa protettrice. La costruzione del sacro edificio abbraccia più secoli, dal XVI al XVIII ed è costruita interamente da maestranze salentine coordinate probabilmente dalla figura di Placido Boffelli; la pianta dell’edificio è a croce latina e s’alza su tre navate dalle quali la centrale è la più elevata,mentre all’esterno spicca, oltre allo scenografico ingresso principale fiore all’occhiello della facciata di carparo scandita da paraste, la torre campanaria a due ordini.
L’aquila sembra essere socievole, volteggia e si fa rincorrere, e dopo una piacevole passeggiata proseguiamo sulla via Lecce – Leuca dove s’intravede il robusto blocco della Chiesa della Madonna della Luce edificata questa intorno al 1700 sui resti di una preesistente struttura sacra. Particolarmente interessante è il poderoso incastro di forme geometriche identificate nella pianta ad unica aula di forma ottagonale, sulla quale si innesta la cupola terminante con lanternino. Il prospetto esterno è decorato dalle quattro imponenti statue raffiguranti Sant'Andrea Apolstolo, San Giovanni Evangelista, San Giuseppe col Bambino e la Madonna della Luce protettrice delle partorienti. Probabilmente l’azione protettiva dalla Madonna s’affianca a quella visione popolare che associa la sagoma della cupola al seno femminile. Giunti al confine Sud di Scorrano, ritroviamo quel fiero e volteggiante rapace che all’improvviso s’allontana tra le fronde delle vecchie querce del Bosco del Belvedere,quest’immagine è il simbolo di Scorrano. Proprio Questa domenica a Scorrano si svolge il secondo itinerario della manifestazione San Martino in Cantina evento affiancato all’iniziativa Per la vie gustose del Salento con escursioni in bus e guida turistica gratuita. L’itinerario enologico di Scorrano si svolgerà presso l’azienda agraria Duca Carlo Guarini dove si degusteranno le produzioni aziendali di vini, oli extravergine d’oliva e prodotti tipici in un contesto di grande fascino ed eleganza, reso ancor più suggestivo dalla tradizionale pizzica salentina degli Agorà nell’antico agrumeto.
Giuseppe Arnesano

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