domenica 7 novembre 2010

Nell'incessante dell'acqua

Pubblicato sul Il Paese Nuovo il 7 novembre 2010

Recita un proverbio: “Se di Novembre tuona, l’annata sarà buona”, ma questa volta i tuoni e le copiose piogge hanno messo in crisi il debole sistema della fogne bianche, annullando i buoni propositi del proverbio; il disastro idrogeologico poteva essere evitato?
In questa prima domenica del mese ripercorriamo le strade del Salento delle Serre attraverso l’entroterra ionico e raggiungiamo il territorio del Comune di Acquarica del Capo.
Acquarica del Capo, Masseria Gelsorizzo
La vicinanza geografica del suddetto paese all’estremo lembo meridionale del Capo di Leuca ha favorito la distinzione “nominale” fra la piccola frazione del Comune di Vernole ossia Acquarica di Lecce situata a pochi chilometri dal Capolugo di Provincia e l’omonimo Comune ubicato lungo il tracciato della s.s. Gallipoli- Santa Maria di Leuca.
Per conoscere le origini del borgo questa volta prendiamo spunto dall’ immago civica, che raffigura una fontanella dall’incessante zampillio d’acqua, poiché Acquarica deve il suo nome all’abbondanza d’acqua nel suo sottosuolo, condizione che favorisce una vigorosa crescita della pianta del giunco, lavorata anticamente con maestria ed abilità da locali artigiani intenti nell’elaborata produzione di sporte, cestini e fiscelle di giunco, chiamati volgarmente “Pileddu”.
Proprio la ricca presenza di questo “eterno elemento” ha garantito fin dalle epoche più remote (Neolitico,Paleolitico ed età del Bronzo), la presenza dell’uomo, provata dai ritrovamenti avvenuti nella Caverna della Madonna della Grotta.
Alcune fonti ritengono che le origini del centro storico siano riferibili al IV secolo d.C. quando in questo particolare territorio confluirono le prime popolazioni; altre ancora in maniera più convincente, ipotizzano che proprio nelle vicinanze del luogo in cui ora è presente Acquarica, in illo tempore era accertata la presenza di tre casolari Cardigliano, Ceciovizzo e Pompignano. Gli storici locali sono concordi nell’asserire che Acquarica (acqua ricca) venne fondata nel X secolo da coloro che riuscirono a scampare alle razzie piratesche avvenute nei tre casali limitrofi; in questo modo,gli abitanti rifugiandosi in quel territorio traboccante di buona acqua, decisero di ritornare alla vita e di rifondare, dopo la distruzione di Pompignano prima e la caduta di Ceciovizzo e Cardigliano poi, Acqurica de Lama, che secondo l’accezione latina significa “laguna- ristagno d’acqua”; attualmente il nome Lama caratterizza una contrada del paese.
Quel “ristagno d’acqua” si prosciugò a causa della formazione di una “vora”, oggigiorno questa voragine naturale assorbe numerose quantità di acqua provenienti sia dal centro abitato che dalle periferie. Successivamente nel 1669 il nome del centro divenne Acquarica Centellas perché derivante dal cognome del nobile feudatario, ma una volta terminato il dominio della famiglia, il paese ricevette il nome Acquarica con l’appendice “del Capo”.
Nel cuore del piccolo centro possiamo ammirare l’impianto quadrangolare del Castello medioevale, caratterizzato dalla presenza dell’ultimo torrione circolare; il mastio originario venne eretto durante il 1100 in piena epoca normanna e fatto ricostruire per volere di Giovanni Antonio Orsini principe di Taranto quando nel 1342 prese potere sul feudo di Acquarica; appena fuori del centro abitato ci dirigiamo lungo la via di Torre Mozza ed è su questo rettilineo che inizia a definirsi il profilo dell’alta e possente Torre di Celsorizzo, situata su quello che un tempo era il casale di Ceciovizzo. Il monumento difensivo si confronta con la stabile torre colombaia eretta dal feudatario Fabrizio Guarino nel 1550 per costituire un continuum con la tradizione falconiera cara a Federico II di Svevia; nelle vicinanze di questi due giganti di pietra sorge la chiesa in carparo della Madonna dei Panetti risalente all’XI secolo e caratterizzata da due absidi ed un frantoio ipogeo, il titulus della suddetta chiesa deriverebbe da un’antica tradizione ossia quella della distribuzione dei panetti ai poveri nelle vicinanze dell’edificio. Accanto alla chiesetta si trova la Cappella di S. Nicola un tempo interamente affrescata; grazie alla ricerca storico-artistica si è riuscito a stabilire la data di fondazione dell’edificio datato all’anno domini 1283. La decorazione parietale si divideva in due repertori dagli eleganti ed accesi colori, riferibili alla ieratica e bidimensionale visione della cultura bizantina. Questa sera si conclude la festa che celebra il quarto centenario della santificazione di San Carlo Borromeo patrono di Acquarica del Capo e protettore di vescovi e catechisti. L’introduzione della devozione al vescovo milanese si deve alla miracolosa guarigione del barone Guarino nell’anno 1610 il quale rinominò il titulus della chiesa di San Giovanni Battista in Chiesa di San Carlo Borromeo. La giornata di domenica prosegue tra le numerose e colorate bancarelle tradizionali affiancate dalla grande fiera mercato, insieme al mercatino di beneficenza a cura del Gruppo di Volontariato Vincenziano.

Giuseppe Arnesano

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