lunedì 18 ottobre 2010

La grika martana

Pubblicato sul Il Paese Nuovo il 17 ottobre 2010


Palmariggi, questa domenica ritorniamo nei territori della Grecia e dopo aver percorso strade alterne nelle località di Cannole,Serrano e Carpignano raggiungiamo il centro di Martano.
Attendibili fonti storiche affermano che la cittadina sia stata fondata intorno al 267 a.C. dal centurione romano Martius Pegaseus, in seguito al valore dimostrano sia durante gli scontri armati che nelle vittorie riportate in terra salentina.
“VIRUM IN SILICES VERTIT MARTIUS PEGASEUS AEGIDE”
(Marzio Pegaseo trasforma con lo scudo di Zeus l’uomo in pietra)
La suddetta è un’iscrizione che correda il blasone civico del paese nel quale vi è effigiato un guerriero cavalcante un indomito destriero intento a stringere con mano una lunga lancia. Una tesi filologica nega che l’origine della città sia collegata al “soldato” romano Martius Pegaseug poiché, tale cognome era troppo “importante” per essere assunto da un semplice centurione (il cognome richiama il mitologico Pegaso, cavallo alato generato dalla decollazione di Medusa; aristocratico simbolo dell’ispirazione poetica e dell’immortalità). Un’altra ipotesi,invece, suppone che il nome Martius sia lo pseudonimo di un anonimo umanista locale, mentre il cognome Pegaseus, potrebbe essere riferito all’arte della poesia praticata dal colto uomo di lettere.
La seguente interpretazione avrebbe semplificato il significato della suddetta “epigrafe” comunale in: “Marzio Pegaseo con la sua sapienza rende l’uomo forte come la pietra”; dato che il termine “Aegide” secondo aggiornate esemplificazioni è decifrato come “sapienza”. Questa è nell’accezione Minerva dea della Sapienza, rappresentata anticamente con lancia e scudo avente nel mezzo la testa di Medusa, la Gorgone genitrice di Pegaso probabilmente adorata dal letterato Marzio; un’altra ipotesi,invece, sottolinea che la radice mart potrebbe alludere al culto del dio Marte.
Il termine “Terra” per gli abitanti della grika Martana, definisce l’antica linea difensiva del centro storico; caratterizzato questo sia dalla cinquecentesca chiesa Parrocchiale dedicata all'Assunta che dalle mura con fossato e dalle possenti e cilindriche torri del Castello Aragonese, realizzato intorno al XV secolo dagli spagnoli Ferdinando ed Alfonso a difesa dei territori dalle frequenti incursioni turco-piratesche. Allontanandoci dalla centrale Via Roma, proseguiamo in direzione della periferia del paese e proprio sulla Strada provinciale Martano-Borgagne in contrada “Sinobbie” è situato sui ruderi del precedente convento alcantarino, il vigoroso complesso monastico di Santa Maria della Consolazione. Il monastero, attualmente abitato dai monaci cistercensi (ordine fondato in Francia nel 1098, quando un gruppo di religiosi sotto la guida di Roberto di Champagne, realizzò l'ideale di vita proposto da San Benedetto: “ora et labora”) venne edificato nel 1686 sul luogo dove sorgeva una cappella dedicata alla Madonna della Consolazione insieme ad alcune celle eremitiche; all’interno dell’attuale chiesa barocca della Consolazione dai caratteri zimbaleschi, si venera sull’altare maggiore, l’ovale affresco quattrocentesco raffigurante l'immagine miracolosa della medesima Madonna. Per quanto riguarda l’intera struttura monastica, pare invece, sia stata costruita con i ruderi delle due cappelle bizantine di San Biagio e San Nicola. I Cistercensi in base alla loro tradizione monastica producono amari, elisir, rosoli, miele, frutta, olio, infusi di erbe; in laboratorio si distilla e si imbottiglia uno speciale amaro digestivo il “San Bernardo”.
Prima di ripercorrere una delle rettilinee arterie salentine, approfittiamo dell’ultima giornata di festa qui a Martano dove si festeggia la 21° edizione della Sagra de la Volia Cazzata che nasce dalla rituale tradizione contadina, che auspicava l’ augurio di buon raccolto. La festa delle “volie cazzate” ossia, le olive schiacciate a mano 15 giorni prima della sagra e lasciate maturare in acqua, ricorda lo spirito dei tempi passati quando i nostri “avi” si incontravano davanti ad una tavolata per scherzare e rilassarsi e soprattutto per dimenticare la fatica del giorno.

Giuseppe Arnesano

Nessun commento: