domenica 24 ottobre 2010

La carne de lu porcu


Pubblicato sul Il Paese Nuovo il 24 ottobre 2010



Cripta di Santa Maria della Grotta

Hortus, horti,Ortelle è la destinazione di questa quarta domenica di ottobre. Il territorio del comune precede quello che anticamente era la “rupe di Minerva” ossia Castro. Ortelle, dunque, è situato nell’entroterra sud-orientale a pochi chilometri dalla costa adriatica ed il suoi confini accolgono la frazione di Vignacastrisi nota con tale nome, poiché in passato su quella zona, erano presenti numerosi vigneti competenti alla Contea di Castro.
L’origine toponomastica si costruisce alla latina e diviene hortella che vuol dire piccoli orti. Questa zona territoriale è caratterizzata da appezzamenti poco produttivi ed in alcuni casi anche rocciosi, ad eccezione del piccolo centro, rinomato per la presenza di piccole estensioni di terreni fertili.
La località di Trice custodisce le tracce ellenistiche di Ortelle, poiché da queste parti sono stati rinvenuti depositi di materiale argilloso che confermano lo sviluppo di una produzione di laterizi che probabilmente furono fondamentali per la costruzione del primo nucleo urbano; questi ritrovamenti sono avvalorati anche dalla presenza dei ricchi corredi funerari tra le polveri della necropoli ortellese. Mentre in epoca messapica Ortelle era una cittadina autonoma all’interno del comprensorio castrense, in questo modo acquisì nel tempo, quella condizione di centro residenziale-produttivo, affiancato dalla nota,per importanza ed estensione, città di Vaste.
Secondo lo studioso Maselli, inizialmente, l’intera superficie era frequentata soprattutto dalle famiglie nobili di Castro nei periodi di villeggiatura, fino a quando, dopo l’ennesima invasione turca ai danni della poderosa Castro, quelle sfuggite alle aggressioni si rifugiarono all’interno delle loro residenze estive situate proprio nella vicina Ortelle, ed attorno alle quali germogliò il piccolo comune.
Probabilmente tra il VI ed il XIII secolo presso la località di San Vito, si concentrarono numerosi stanziamenti di origine greca grazie ai quali si svilupparono importanti centri rupestri; un centro ipogeo di particolare interesse, collocato alla periferia del paese in direzione del lungo asse viario dedicato a San Vito, è quello della Madonna della Grotta sormontato da un piccolo campanile a vela. Giunti nei pressi del silenzioso situm, rallegrato dal leggiadro vociare di snelli volatili, visitiamo le stoiche rovine risalenti alla dominazione bizantina. Osservando quel che rimane dell’intero impianto planimetrico, possiamo distinguere le tre navate absidate e l’ampliamento del vano della navata di sinistra, praticato probabilmente insieme ad una seconda scala per esigenze funerarie. All’interno sono presenti tre altari, quello centrale è dedicato alla Madonna delle Grazie, mentre i due laterali ospitano nell’abside di sinistra Sant’Eligio ed in quello destra quello dei Santi Medici. I sotterranei sono interamente ricoperti da altre immagini parietali databili al XV secolo, tra questi altri menzioniamo quello della Madonna con bambino sostenente un uccellino e l’affascinante Trinità con angeli e santi. L’interessante libro del professore Sergio Ortese racconta in maniera scientifica i lavori di restauro nella Cripta di Santa Maria della Grotta di Ortelle.
Questa sera si conclude la secolare Fiera di San Vito, conosciuta come una delle più antiche fiere dell’Italia meridione che affonda le sue radici fin dal XVI secolo.La fiera è da sempre un appuntamento di gaudio tra contadini, commercianti e semplici visitatori, arricchita da abbondanti banchetti rigorosamente a base di succulenta carne suina proveniente dagli allevamenti locali. L’evento, che si ripete da diversi anni, ha ottenuto il riconoscimento di “Manifestazione Fiera Regionale” e rappresenta una ricorrenza imperdibile per espositori, produttori ed estimatori. Durante questa culinaria manifestazione la carne del maiale viene venduta, preparata e servita in tanti modi che ne valorizzano sapore e proprietà.
Giuseppe Arnesano

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