martedì 8 ottobre 2013

CreArt 2013: un progetto europeo che abbraccia il Salento

(Radek Kalhous)

Con grande entusiasmo e partecipazione lo scorso 5 ottobre è stata inaugurata la nuova edizione di CreArt2013- network of cities for artistic creation- ; un grande progetto corale che ha visto ancora una volta il capoluogo salentino protagonista nello sviluppo artistico e della cooperazione culturale. In occasione dell'evento abbiamo incontrato Lorenzo Madaro, direttore artistico di CreArt-Lecce.
In una situazione di crisi o presunta tale, come è stata questa edizione del quinquennale progetto di CreArt 2013?
 CreArt, il progetto europeo che vede il Comune di Lecce protagonista insieme ad altre undici realtà internazionali, con la sua energia legata alla giovane creatività ignora la crisi, guarda al futuro con un fare plurale, proponendo progetti espositivi, residenze d’artista, workshop e appuntamenti divulgativi. Durante la tappa leccese del 4 e 5 ottobre sono andati in scena dei dialoghi tra artisti di diverse generazioni e provenienza con Francesco Arena, moderati dalla giornalista e curatrice Adriana Polveroni, una mostra corale allestita a Palazzo Vernazza, a cura di Ilaria Bonacossa, e il progetto del Barbonaggio teatrale di Ippolito Chiarello, insieme a una serie di “sorprese”, come il video mapping concepito da Hermes Mangialardo e realizzato da CooClub in collaborazione con Plasmedia. Grazie al contributo dell’Assessorato alle Politiche Comunitarie e all’Assessorato agli eventi e alla Cultura del Comune di Lecce, abbiamo vissuto due giornate molto intense a contatto con i nostri partners, gli artisti del progetto CreArt e gli allievi e i docenti dell’Accademia di Belle Arti e del Liceo Artistico Ciardo Pellegrino di Lecce. Ma CreArt è stato soprattutto un lavoro di squadra, perciò vorrei ringraziare Alessandro Delli Noci, Luigi Coclite, Raffaele Parlangeli, Nicola Elia e il personale dell’Ufficio Europa e dell’Ufficio Cultura, Emilia Ruggiero che ha collaborato intensamente con noi, CoolClub, in particolare Cesare Liaci per la straordinaria vicinanza, Marconi Web di Maglie, Salento web TV e l’associazione Nasca per la loro professionalità che ha contribuito all’ottima riuscita del progetto.

Mark Sengsbratl
Mark Sengsbratl
In che modo le opere degli artisti esposte alla mostra intitolata More real than the Real, curata da Ilaria Bonacossa,  si relazionano al tessuto socio- culturale della città?
Il percorso espositivo all’interno di Palazzo Vernazza è stato pensato come un circuito liquido, in cui le opere si relazionano con lo spazio espositivo attraverso la proposizione di diversi linguaggi. Penso in particolare all’opera site-specific di Marit Roland, concepita all’interno di uno spazio molto suggestivo del primo piano del palazzo, forse una delle architetture più belle della città. Non ci sono relazioni immediate con il tessuto socio-culturale di Lecce, se non nella sua propensione europea, internazionale, da pensare anche nell’ambito della candidatura a capitale europea della cultura. Gli artisti in mostra infatti si riferiscono a diverse culture internazionali, senza dimenticare le radici, le provenienze geografiche e culturali di ognuno. Ma questo è un fattore estremamente positivo, poiché la mostra propone visioni estremamente sfaccettate di alcune tendenze dell’arte di oggi.
Qual è stato l’apporto e l’esperienza dell’artista Francesco Arena?
L’appuntamento con Francesco Arena rientra in un ambito del progetto che ho pensato di proporre a Lecce per cercare di definire un contatto tra gli artisti di oggi e quelli di domani, ovvero i giovani studenti dell’Accademia e dei licei artistici del territorio. Dopo l’appuntamento con Luigi Presicce ospitato alcuni mesi fa, abbiamo ospitato Francesco Arena, che insieme a Adriana Polveroni, ha raccontato le fasi progettuali del suo lavoro, proponendo la documentazione fotografica dell’installazione in mostra al Padiglione Italia della Biennale di Venezia e altri suoi interventi recenti. In questo frangente abbiamo poi discusso, con il fattivo intervento del pubblico, su alcuni problemi sostanziali del sistema dell’arte, con un doppio sguardo tra la Puglia e l’Italia e il contesto internazionale.
Da operatore culturale secondo te, quali sono le criticità che emergono all’interno del nostro territorio
Marit Roland
Marit Roland
e quali le possibili soluzioni?
La Puglia è evidentemente una terra-laboratorio in cui sono sempre accadute delle “cose”; penso al Maggio di Bari, ai gruppi d’avanguardia in Salento, all’operatività di gallerie storiche come Marilena Bonomo e dei critici militanti, oltre che naturalmente ad alcuni artisti che qui hanno deciso di rimanere o sostare e di realtà come la Fondazione Pascali di Polignano a Mare, per esempio. Ma sicuramente abbiamo subito una certa posizione geografica, e fors’anche culturale, periferica. Negli ultimi anni però c’è un’energia nuova, una vitalità ulteriore che sta rianimando i nostri centri storici, sta dando spazio a giovani operatori e rivitalizzando i luoghi espositivi. Credo però che tra gli aspetti sostanziali su cui bisognerebbe lavorare, ma si tratta di un problema complesso, è quello del mercato. In Puglia, nonostante la presenza di numerosi artisti e di diversi spazi espositivo, oltre che di collezionisti, manca un vero e proprio mercato dell’arte. Il mercato alimenterebbe ulteriormente questa energia, renderebbe tutti più responsabili, consentirebbe agli artisti una stabilità economica, che poi si ripercuoterebbe anche negli altri ambiti professionali legati all’arte: dai curatori ai critici. Le soluzioni? Quelle riguardano in generale il sistema Italia, le questioni legate alla defiscalizzazione sull’acquisto delle opere d’arte, mentre nello specifico credo che bisognerebbe continuare ad investire sulla formazione. Senza questo aspetto non c’è la consapevolezza del valore dell’arte contemporanea, della sua funzione sociale. Ma naturalmente la prima cosa, e di questo ne abbiamo discusso a lungo durante l’incontro con Francesco Arena, è la qualità di un percorso, l’interesse di una ricerca artistica.

Nessun commento: